Cos’è la rieducazione della scrittura e del gesto grafico?
La rieducazione della scrittura e del gesto grafico è un
intervento di recupero e compensazione delle
competenze grafo-motorie del bambino. Viene utilizzata prevalentemente per compensare
disturbi specifici dell’apprendimento come la
disgrafia.
Mediante la rieducazione della scrittura e del gesto grafico, infatti, il bambino può
migliorare le proprie
capacità di scrittura e imparare a scrivere in modo leggibile e ordinato, rispettando gli spazi, la dimensione delle lettere e la disposizione degli elementi sul foglio. E, cosa fondamentale, il bambino può aumentare la propria
autostima e riscoprire
il piacere di scrivere grazie ad un adeguato supporto didattico ed emotivo.
In questo articolo parleremo
nel dettaglio della
rieducazione della scrittura: vedremo perché è così fondamentale e perché è necessario un
intervento tempestivo. Passeremo in rassegna anche alcune
teorie da parte di studiosi come De Ajuriaguerra, Borel-Masoinny e Olivaux.
Perché è importante la rieducazione della scrittura
In un articolo sul trattamento di
disgrafia e disortografia ho dedicato ampio spazio agli interventi di rieducazione della scrittura e del gesto grafico per compensare questi DSA.
E’ da precisare, infatti, che non si tratta di “curare” ma di
compensare: i disturbi specifici dell’apprendimento, infatti, sono
caratteristiche neurobiologiche e non patologie. Non a caso le persone affette da DSA hanno un’intelligenza talvolta superiore alla media.
Come menzionato in precedenza, la rieducazione del gesto grafico influisce positivamente sull’
autostima del bambino.
Il
bambino disgrafico, infatti, ad un
occhio disattento potrebbe apparire come svogliato o poco dotato, e questo potrebbe avere conseguenze sulla sua autostima. Un
approccio motivante lo spingerà a realizzare il proprio potenziale e a scoprire il piacere della scrittura. Quest’ultima, infatti, è intimamente
connessa alla nostra persona: è un processo di comunicazione ma anche di proiezione della nostra
identità.
Rieducazione del gesto grafico: l’importanza di un intervento tempestivo
E’ importante riconoscere subito i
segnali della disgrafia per poter intervenire subito con interventi di rieducazione del gesto grafico. I DSA si manifestano infatti nei bambini durante i
primissimi anni di scuola, ma se trascurati possono essere presenti anche negli adulti.
Alcuni
segnali a cui prestare attenzione sono la composizione delle lettere – e la loro leggibilità – la coordinazione della motricità fine, il ritmo della scrittura (troppo lenta o troppo rapida), difficoltà nell’impugnare la penna o di scrivere all’interno delle righe, un andamento irregolare, una scrittura troppo leggera o troppo premuta. A questi si aggiunge un’errata
gestione dello spazio del foglio, che alla luce della grafologia risulta essere una proiezione del nostro spazio mentale e inconscio.
La rieducazione della scrittura avviene in seguito alla diagnosi di disgrafia. Ci sono
test che permettono di stabilire se il bambino è disgrafico, come
TPV o
Scale E e D di De Ajuriaguerra. Questi test permettono di individuare con precisione l’area in cui il bambino mostra carenze, per poter mettere in atto un
intervento mirato.
Gli strumenti della rieducazione della scrittura
Durante l’intervento di rieducazione del gesto grafico si lavora principalmente sugli
automatismi appresi e sulla correzione di questi ultimi. L’impugnatura della penna/matita, la postura del bambino, il tratto, l’andamento della scrittura, la composizione delle lettere sono elementi che, in fase di apprendimento, potrebbero essere stati
appresi in maniera errata.
Compito dello specialista è quello di attivare
nuovi processi neuronali per stimolare e facilitare
nuovi automatismi. A questo processo si aggiungono
attività specifiche ed esercizi per intervenire sulla motricità fine e, infine, sulla rieducazione del gesto grafico vero e proprio.
Teorie sulla rieducazione della scrittura: De Ajuriaguerra, Borel–Masoinny e Olivaux
La rieducazione della scrittura è nata, come metodo, in Francia negli anni ’40 del secolo scorso Si è poi sviluppata maggiormente negli annni ’60 grazie a studiosi come
Oliveaux e
De Ajuriaguerra, che si sono prodigati nel recupero e nella compensazione della disgrafia nei bambini.
De Ajuriaguerra vede la disgrafia come un disagio che riguarda non solo la comprensione dei segni grafici, ma anche la difficoltà nell’ eseguirli. Secondo Ajuriaguerra, per poter arrivare alla risoluzione o quantomeno, ottenere dei buoni miglioramenti del problema, bisogna puntare sulla diminuzione della tensione, ottenuta con il metodo del rilassamento.
Borel-Maisonny, logopedista e studiosa appartenente alla scuola francese, definisce il bambino disgrafico come colui che manifesta
insicurezza nell’esecuzione grafica, ed ha una errata percezione della forma e della grandezza dei segni da riprodurre, non ha un buon orientamento spaziale ed una incapacità di operazioni concrete, secondo la terminologia di J. Piaget.
Secondo l’autrice, un
primo indizio di poter sviluppare disgrafia è già presente verso i 4 anni, quando si riscontra che il bambino a questa età non ha ancora raggiunto la lateralità completa e ha una scarsa coordinazione oculo-motoria.
In conclusione
In questo articolo è stato affrontato il tema della
rieducazione della scrittura, un intervento che va a compensare le capacità grafo-motorie del bambino disgrafico.
E’ importante saper riconoscere questo disturbo dell’apprendimento nei
primi anni di scuola del bambino, per fornire una
diagnosi tempestiva e operare in modo mirato sugli aspetti da compensare.
L’educazione della scrittura, nata in Francia negli anni ’40 del secolo scorso, è stata oggetto di interesse da parte di studiosi come
De Ajuriaguerra e
Olivaux, che hanno suggerito tecniche di intervento utilizzate ancora oggi.
Spero che questo articolo ti sia stato utile:
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